cambiare amministratore di condominio

Tutte le novità e gli aggiornamenti da Dott. Fabio Arioli

03 mar 2025

Vivere in condominio è una sfida continua: spese da dividere, decisioni da prendere insieme e, soprattutto, un amministratore che deve tenere le fila di tutto. Ma cosa succede quando l’amministratore non è all’altezza delle aspettative? O peggio, quando gestisce male conti e decisioni? In questi casi, i condomini hanno un’arma: la revoca dell’amministratore. Ma come funziona davvero? Scopriamolo passo dopo passo.

 

Perché cambiare amministratore? I motivi più comuni

Ci sono tante ragioni per cui un condominio può decidere di cambiare amministratore. Tra le più comuni troviamo:

  • Mancanza di trasparenza nella gestione economica: bilanci poco chiari, spese non giustificate o ritardi nella presentazione dei conti.
  • Scarsa comunicazione: quando l’amministratore non risponde alle richieste o ignora le segnalazioni.
  • Inadempienze gravi: mancata esecuzione delle delibere assembleari o cattiva gestione dei fornitori.
  • Conflitti personali o ambientali: può capitare che, col tempo, si creino attriti che rendono difficile la collaborazione.

In ogni caso, è importante sapere che non è necessario avere un motivo gravissimo per cambiare amministratore. Se l’assemblea decide che è meglio voltare pagina, ha tutto il diritto di farlo.

 

Quanto dura l’incarico dell’amministratore?

Per legge, l’amministratore di condominio resta in carica per un anno. Alla scadenza, l’incarico si rinnova automaticamente, a meno che l’assemblea non decida diversamente. Questo significa che anche senza motivi particolari, i condomini possono cambiare amministratore a fine mandato semplicemente votando per non rinnovarlo.

 

È possibile revocarlo prima della scadenza?

Assolutamente sì. Se ci sono motivi validi o gravi irregolarità, l’amministratore può essere revocato in qualsiasi momento. Questa è una tutela importante per i condomini, perché permette di reagire rapidamente a situazioni critiche.

 

Come avviare la procedura di revoca

Per avviare il cambio, è necessario convocare un’assemblea con questo punto specifico all’ordine del giorno. Chi può chiedere la convocazione? Servono almeno due condomini che rappresentino almeno un sesto dei millesimi totali. Se si raggiunge questo requisito, l’amministratore è obbligato a convocare l’assemblea.

In alternativa, il tema può essere discusso nell’assemblea ordinaria annuale, quando già si parla del rinnovo dell’incarico.

 

Quale maggioranza serve per cambiare amministratore?

La revoca e la nomina di un nuovo amministratore richiedono una maggioranza ben precisa: serve il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti in assemblea, che rappresentino almeno 500 millesimi (cioè la metà del valore totale dell’edificio).

 

E se l’amministratore ha commesso gravi irregolarità?

Se le irregolarità sono particolarmente gravi, i condomini possono anche rivolgersi al tribunale, chiedendo una revoca giudiziale. Si tratta di una procedura più lunga e costosa, ma necessaria in casi estremi, come appropriazione indebita dei fondi condominiali o omissioni molto gravi nella gestione. In questi casi, il giudice può intervenire d’urgenza per proteggere i condomini.

 

Il passaggio di consegne: un momento delicato

Una volta che il nuovo amministratore è stato nominato, quello uscente è obbligato a consegnare tutta la documentazione: registri contabili, contratti con i fornitori, documentazione fiscale, corrispondenza e tutto ciò che riguarda la gestione del condominio.

Questo passaggio è fondamentale per garantire una transizione ordinata e trasparente. È importante che i condomini vigilino affinché il passaggio avvenga correttamente, magari fissando un termine preciso per la consegna dei documenti.

 

Come scegliere un buon amministratore: consigli utili

Cambiare amministratore è un’opportunità per fare una scelta migliore. Ecco alcuni criteri utili da tenere a mente:

  • Esperienza e competenza: controllate che sia iscritto a un albo professionale o che abbia seguito corsi specifici.
  • Trasparenza: chiedete sempre di visionare esempi di rendiconti e preventivi di spesa.
  • Reperibilità: un buon amministratore è facilmente contattabile e risponde in tempi ragionevoli.
  • Tecnologia: oggi molti amministratori usano portali online per condividere documenti e aggiornamenti in tempo reale. Un ottimo segnale di trasparenza e modernità.
  • Referenze: chiedere il parere di altri condomini gestiti dallo stesso amministratore è sempre una buona idea.

 

In sintesi: cambiare amministratore è una scelta di responsabilità

Sostituire l’amministratore non è una questione personale, ma una decisione che riguarda la qualità della vita di tutto il condominio. Un amministratore competente, trasparente e disponibile può davvero fare la differenza, non solo nei conti, ma anche nel clima generale dello stabile.

Se nel vostro condominio l’amministratore è diventato motivo di discussioni e malcontento, forse è arrivato il momento di aprire un confronto e valutare se sia il caso di cambiare. Farlo nel modo corretto, seguendo le regole e coinvolgendo tutti, è il primo passo per una gestione serena e partecipata.

 

(Fonte idealista.it)

Torna alle news